Dopo la crisi economica e finanziaria del 2008/2009, il G20 si sta affermando, nello spazio giuridico globale, come l'istanza più rilevante e per certi versi efficace. La riunione di Roma dei Ministri della cultura del G20 di luglio segna una svolta: i responsabili delle più grandi economie del mondo riconoscono infatti in un documento articolato ed impegnativo il "ruolo trasformativo della cultura nello sviluppo sostenibile".
Cultura e settori creativi sono considerati motori essenziali per il raggiungimento degli obiettivi dell'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
La tavola rotonda, aperta dal Ministro Franceschini che ha presieduto questa riunione del G20, vuole essere un momento di riflessione e di presentazione di testimonianze sulla capacità trasformativa della cultura in questa fase cruciale di ripresa dell'economia dopo la crisi pandemica, partendo dal ruolo delle organizzazioni internazionali.
Negli stessi giorni in cui i ministri del G20 si riunivano a Roma, il governo italiano proprio per dare una piena attuazione alle raccomandazioni dell'UNESCO, ha adottato un decreto con cui ha dichiarato le principali vie d'acqua urbane di Venezia monumento nazionale e ha conseguentemente vietato il passaggio davanti a S. Marco e nella Giudecca delle navi grattacielo. Ma al contempo ha costruito le premesse per un più solido sviluppo della realtà portuale di Venezia, città acquatica che al legame con il mare deve non solo la sua storia gloriosa, ma anche il suo futuro. La scelta, ad esempio, di Venezia come sede del Center for cultural heritage technology è la testimonianza di questa consapevolezza come anche la sua candidatura a sede del progetto "New European Bauhaus".
L'obiettivo è fare di Venezia il più avanzato laboratorio di elaborazione e applicazione delle nuove tecnologie, progettando anche nuovi modi di vivere nelle città cogliendo la sfida di coniugare bellezza e sostenibilità. Una sfida del resto che ha segnato i momenti migliori della storia della Serenissima.
La trasformazione digitale è una forza trainante per lo sviluppo dei settori creativi di nuovi mestieri, per nuove generazioni di giovani. Il telerilevamento avanzato, le tecnologie satellitari sono strumenti nuovi ed efficaci per la prevenzione e la gestione dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici, ma anche per il contrasto al traffico illecito dei beni culturali, che proprio il G20 di Roma ha riconosciuto come un grave crimine internazionale da perseguire e combattere, sempre più collegato al riciclaggio di denaro, alla corruzione e al finanziamento del terrorismo.
Vivere a Venezia è vivere il paesaggio.
Perché vi sia vero paesaggio bisogna che nessun elemento si imponga in modo egemonico o possa attirare in modo esclusivo lo sguardo. Il paesaggio è un complesso organico, contiene il tutto. I cinesi esprimono il concetto con una bella espressione shan shui che significa montagne e acque, una correlazione tra opposti, una visione completa, non un punto di vista semplice, parziale. A Venezia la verticalità dei palazzi si riflette su l'orizzontalità dell'acqua in movimento. In questa città, che da sempre è una sfida dell'uomo ai cambiamenti ambientali, la natura entra dappertutto; i riflessi dell'acqua e sull'acqua non possono essere considerati un decoro esterno, ma sono l'essenza di questa città.
Vivere il paesaggio, vivere del paesaggio è una sfida dei nostri tempi anche e soprattutto per gli artisti e le industrie creative, che qui a Venezia nella Biennale, nei suoi vari settori, trovano ogni anno spazi e stimoli sempre nuovi. E' la sfida anche per un turismo nuovo culturale e sostenibile, per una cittadinanza attiva che deve trovare nei musei e nelle altre istituzioni culturali luoghi di formazione oltre che di trasmissione inclusiva della cultura. L'esperienza dei Guggenheim, ad esempio, mostra la capacità di questo network di musei di costruire una identità cosmopolita in luoghi ed edifici che segnano trasformandolo il paesaggio.
Sono queste alcune frontiere di un nuovo Soft Power da coltivare e sviluppare in un mondo sempre più interconnesso.