Il Dott. Luigi Lavorgna, Neurologo AOU Università “Luigi Vanvitelli” e Coordinatore Gruppo Studio Digitale SIN e il Dott. Pietro Annovazzi, Neurologo UOC Centro SM – ASST Valle Olona, Presidio Ospedaliero di Gallarate rispondono sul tema della sclerosi multipla pediatrica.
Non solo può farlo, ma deve fare sport. Il concetto è che il cervello è come una caffettiera, più lo usi e più buono viene il caffè. Bisogna usarlo per renderlo più agile e più funzionante. Noi medici necessitiamo che il cervello dei pazienti sia fresco e attivo proprio per contrastare gli effetti della malattia. Tutti i bambini devono quindi fare sport, ma per i bambini affetti da sclerosi multipla questo diventa ancora più importante. Oltre a ciò, i bambini devono fare moltissime esperienze per arricchire la loro riserva cognitiva, cioè la quantità di attività cerebrale, consentendogli di avere una scorta di emergenza nel caso di qualche infiammazione improvvisa.
Vorrei che tu dicessi qualcosa a un genitore di un bambino affetto da sclerosi multipla, e qualcosa al bambino o alla bambina stessa.
Al genitore, la prima cosa che mi viene da dire è di non aver paura. Non solo in quanto esiste una fitta rete di specialisti e di centri che si occupano di questa malattia. Inoltre e purtroppo, la SM non è una malattia rara e questo fenomeno può trasformarsi in un piccolo vantaggio capace di generare una massa critica pronta a stimolare la ricerca su questa condizione patologica. Il fatto di non aver paura lo deve poi portare ad affrontare la malattia a viso aperto, senza nasconderla né a sé stessi e né ai bambini, facendo di tutto per cercare di mantenere una vita normale. Questo è l’obiettivo finale di tutti i nostri sforzi. Al bambino o alla bambina va spiegato che è successa questa cosa, che riguarda però tanti altri bambini che potrà conoscere venendo al centro. L’importante è curarsi per poter fare tutto quello che si vuole nella vita, mantenendo il cervello bello muscoloso.