Il Dott. Luigi Lavorgna, Neurologo AOU Università “Luigi Vanvitelli” e Coordinatore Gruppo Studio Digitale SIN e la Dott.ssa Alice Laroni, Neurologa e Ricercatrice – Università di Genova – IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, rispondono alle domande dei pazienti riguardo al rapporto che intercorre tra la sclerosi multipla e l’immunologia.

Come un paziente con SM può agire sul suo sistema immunitario? È possibile attenuare o ritardare la malattia?

Quello che può fare il singolo paziente affetto dalla malattia è affidarsi al neurologo o alla neurologa, in grado di proporre una terapia che andrà ad agire proprio sul sistema immunitario. Spesso la scelta della terapia è condivisa con la persona, o almeno così dovrebbe essere, cercando di trovare un trattamento che sia efficace e sicuro. Il ruolo della persona affetta da sclerosi multipla è quello di condividere le decisioni con il medico, comprendere la terapia che viene proposta e soprattutto assumerla. Forse si vorrebbe poter fare qualcosa di più individualmente, tuttavia questa è la cosa più importante. Il ruolo della persona con SM diventa quindi fondamentale, perché se una persona non è convinta della terapia e non la assume, ovviamente la terapia non sarà efficace. Quello che fanno tutte le terapie che al momento abbiamo, è andare a convincere l’esercito cattivo a diventare buono. Al di là delle cure prescritte dal medico, che rimangono in questo momento lo strumento più forte e funzionale per rabbonire l’esercito, ci possono essere anche interventi attuabili autonomamente. La cosa importante è ricordare che non abbiamo ancora prove chiare riguardo all’efficacia di interventi come il cambiamento dello stile di vita, della dieta, o della supplementazione di vitamine sul decorso della malattia. Per questo invito qualunque persona affetta da sclerosi multipla a parlare con il proprio medico, in modo da vedere se nel suo specifico caso, si possano attuare degli interventi che abbiano la possibilità di arrecargli beneficio.