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SM.POSSO.IT - SCLEROSI MULTIPLA PEDIATRICA: INFORMARE I BAMBINI CON LE FIABE O SUL WEB
31/03/2021 12:00

Sclerosi Multipla pediatrica: informare i bambini con le fiabe o sul web 

Il Dott. Luigi Lavorgna, Neurologo Aou Università “Luigi Vanvitelli” e coordinatore Gruppo Studio Digitale SIN, intervista il Dott. Pietro Annovazzi, Neurologo UOC Centro SM – ASST Valle Olona, Presidio Ospedaliero di Gallarate, sulle fonti da cui attingere per informarsi sulla SM in età pediatrica.

Quali sono secondo te le fonti migliori da cui i bambini e i ragazzi possono attingere per poter leggere storie simili e informazioni? Ci sono libri di fiabe, ma anche siti web su cui ci si può infomare…

Mi viene in mente un libro che abbiamo curato con il nostro gruppo di ricerca e che abbiamo utilizzato per far comprendere la sclerosi multipla ai bambini i cui genitori avevano avuto una diagnosi della malattia. Bisogna dare fiducia ai bimbi, agli adolescenti ai ragazzi perché’ si viene sempre ripagati. Quando si riesce ad entrare in sintonia con loro, e questa è una parte importante del nostro lavoro, si viene sempre ricompensati in termini di accettazione, comprensione e di approfondimento.

Cosa possiamo rispondere ai giovani pazienti che chiedono se nel futuro possono avere una vita normale, una famiglia e dei figli?

Questa domanda deve essere la bussola del nostro tragitto. E’ necessario tenere la rotta verso una vita il più possibile.  Bisogna intraprendere quelle scelte che consentono di non farsi sopraffare dalla malattia e di gestirla conducendo la vita verso gli obiettivi prefissati. In merito al desiderio di costruire una famiglia e avere dei figli, oggi non ci sono più dubbi. Le persone con la Sclerosi Multipla possono tranquillamente avere dei bambini. Addirittura potremmo riscontrare un effetto protettivo della gravidanza sul decorso a lungo termine della malattia. C’è inoltre da sottolineare che la malattia non si trasmette ai figli. Sappiamo che ci possono essere delle predisposizioni, ma nella stessa misura di un genitore che ha avuto un infarto i cui figli possono avere un rischio di incorrere nelle stesse problematiche.