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SM.POSSO.IT - SCLEROSI MULTIPLA: QUAL È IL RUOLO DEL SISTEMA IMMUNITARIO NELL' INSORGENZA DELLA SM?
03/12/2021 12:00

Il Dott. Luigi Lavorgna, Neurologo AOU Università “Luigi Vanvitelli” e Coordinatore Gruppo Studio Digitale SIN e la Dott.ssa Alice Laroni, Neurologa e Ricercatrice – Università di Genova – IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, rispondono alle domande dei pazienti riguardo al rapporto che intercorre tra la sclerosi multipla e l’immunologia.

 

Qual è il ruolo del Sistema Immunitario nell’insorgenza della SM?

 

Abbiamo visto che i generali si attivano e vanno a scatenare l’attacco all’interno del cervello e del midollo spinale. Ma perché questi generali si attivano? Pensiamo che questo accada perché delle altre cellule del sistema immunitario, che di solito hanno il compito di controllare i generali, sbaglino e non riescano a gestirli. È come se ci fosse una specie di “controspionaggio”, capace di monitorare che all’interno dei generali non ci sia nessuno che vuole fare un golpe. Normalmente, il controspionaggio è molto efficiente perché tutti noi possediamo linfociti potenzialmente in grado di attaccare l’organismo stesso. Nella sclerosi multipla questo meccanismo di controllo salta, diventando un momento chiave nell’insorgenza della patologia. Riteniamo, con i dati che abbiamo a disposizione, che ciò avvenga non all’interno del cervello e del midollo ma al di fuori, ad esempio nelle stazioni di controllo, molto importanti per l’attivazione del sistema immunitario, nei linfonodi o nel sangue periferico. Questo probabilmente è l’innesco della sclerosi multipla.

 

Ma secondo te il generale più cattivo è il linfocita B o il linfocita T?

 

Una risposta definitiva non c’è. Potremmo accontentare tutti individuando il cattivo in entrambi i linfociti, che insieme si sobillano per attaccare la mielina del sistema nervoso centrale. Qualcun altro potrebbe dire che il generale più cattivo è il linfocita T, che per un lungo periodo è stato ritenuto la causa della SM, identificando il linfocita B solamente come un malefico aiutante in grado di causare un danno minore. Altri ancora potrebbero dire il contrario. Diciamo che per adesso non abbiamo prove certe, ma di sicuro sappiamo che le terapie capaci di annientare il linfocita B funzionano molto bene, incoraggiando coloro che ritengono i linfociti B essere i generali più cattivi. Probabilmente però anche il linfocita T, e questo ce lo dicono prove sperimentali di altro genere come i modelli di laboratorio, è molto importante. Rimarrei per il momento alla malefica coppia, sperando che i dati scientifici nei prossimi anni ci aiutino a capire meglio chi è il più cattivo tra i due.